Interporto Padova, logistica per la manifattura globale

Per l’economia del Veneto centrale (e non solo) l’Interporto di Padova rappresenta uno snodo decisivo. Movimentate ogni anno oltre 4 milioni di tonnellate di merce, per un valore prudenziale di oltre 8 miliardi di euro. Metà di queste merci viaggia su rotaia. Nel 2017 in funzione due nuove gigantesche gru per la movimentazione dei container

Quando si menziona l’interporto di Padova, lo si dovrebbe chiamare più semplicemente l’“Interporto”. È stata infatti la città veneta la prima in Italia a concretizzare una infrastruttura per lo scambio e lo smistamento delle merci trasportate in differenti mezzi. Proposto ufficialmente nel 1970 in un convegno con i rappresentanti delle Ferrovie dello Stato e della Camera di commercio, viene inaugurato tre anni più tardi dai quattro azionisti fondatori: Comune, Provincia, Camera di Commercio di Padova e Ferrovie dello Stato. Da allora la crescita come espansione in termini di superficie e di merci movimentate non si è più arrestata. Le cifre lo possono testimoniare. Attualmente l’interporto copre un decimo della Zona Industriale di Padova, e dispone di un terminal intermodale di 310mila metri quadrati complessivi. A questo vanno aggiunti 270mila metri quadrati di magazzini coperti per l’attività di logistica, in cui operano le principali imprese nazionali del settore. Se poi si guarda ai risultati del 2014, si parla di 34,1 milioni di euro di ricavi con un utile netto di 260 mila euro, ottenuti dalla movimentazione di 4,4 milioni di tonnellate di merce, quasi la metà delle quali via ferrovia per un valore prudenziale di circa 8,5 miliardi di euro; il giro d’affari delle attività insediate per l’anno scorso è molto più elevato e si aggira sui 370 milioni di euro. Al suo interno viaggiano soprattutto beni ad alto valore aggiunto: dai macchinari per eseguire le TAC agli apparati per i bancomat, dai ricambi auto all’occhialeria, dalle calzature  agli elettrodomestici.

Le ragioni che hanno portato alla realizzazione dell’interporto, la posizione strategica e un’organizzazione più efficiente della logistica, nonché un’attenzione crescente alle rinnovate potenzialità della rotaia (ha portato i traffici su ferrovia al 43 per cento del totale), sono gli stessi vantaggi competitivi. Ma l’attuale presidente Sergio Giordani, in carica per altri tre anni, ne cita altri di meno evidenti. In primis la tecnologia. «Possiamo contare su connessioni a fibra ottica ad altissima velocità, gestiamo l’area terminalistica-ferroviaria con software applicativi proprietari sviluppati secondo i più moderni algoritmi adottati nel settore e riusciamo a controllare gli ingressi con sistemi di telepass e videosorveglianza. Ma soprattutto due gigantesche gru a portale destinate alla movimentazione dei container nei terminal, le quali sostituiranno le tradizionali gru semoventi gommate; entreranno in funzione nel 2017 e saranno più efficienti e a minor impatto ambientale in quanto elettriche (si risparmieranno circa 250 mila litri di gasolio), rendendo ancor più competitivo e funzionale il terminal padovano». E poi c’è la sostenibilità ambientale. «Abbiamo realizzato e tuttora gestiamo Cityporto, il servizio di distribuzione urbana delle merci con mezzi a metano ed elettrici, considerato un esempio a livello europeo perché ha liberato il centro storico della città da decine di furgoni. E poi ricordo gli impianti fotovoltaici sui tetti dei nostri magazzini, tra i più grandi d’Italia, con una potenza di 12 MW».

La prima sfida per gli anni a venire sarà la comunicazione. Giordani lo mette in evidenza: «Abbiamo un ruolo molto importante per l’economia del territorio, se ci fermassimo per una settimana si bloccherebbe tutto. Eppure la gente non ci conosce, ignora il ruolo dell’interporto e di chi ci lavora all’interno. Per questo ho accolto molto favorevolmente l’iniziativa di Open Factory, sarà un modo per far entrare molti cittadini comuni in un’atmosfera di festa». Occhio poi ai bandi strategici europei, in particolare quelli portati avanti dal Comitato per il programma Connecting Europe Facility: le due nuove gru a portale sono state finanziate con fondi comunitari per un totale di quasi 3,4 milioni di euro, frutto di un progetto presentato a Bruxelles lo scorso febbraio in perfetta sinergia con la Regione Veneto e molti enti locali. All’interporto viene infatti riconosciuta sempre più l’importanza della collocazione geografica, all’incrocio tra il Corridoio Mediterraneo e quello Baltico-Adriatico.

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