Come Funziona un Impianto Fotovoltaico con Accumulo

Lo scopo primario di un impianto fotovoltaico con accumulo verte sulla produzione di energia elettrica. Nel momento in cui quest’ultima non viene consumata del tutto nel contesto domestico, teoricamente dovrebbe essere versata nuovamente sulla rete elettrica per poi essere rivenduta nel corso delle ore di irraggiamento solare.

Il problema di fondo, però, è che il consumo dell’energia elettrica avviene in larga parte di notte, quando non c’è l’irraggiamento solare. Ecco perché conviene sfruttare al meglio la corrente prodotta dall’impianto fotovoltaico con accumulo nel corso delle ore diurne. Il ricorso a un accumulatore, deputato all’immagazzinamento della corrente con cui appagare il fabbisogno energetico notturno, si dimostra una scelta conveniente.

Web Marketing Online: Cos’è. Strumenti e Strategie di Promozione online efficaci per aziende

Il web marketing è l’insieme di tutti quei processi online, fondamentali per generare traffico sui siti internet e, di conseguenza, per migliorare i numeri fondamentali ai fini del business: fatturato, ricavi, utile netto e vendite online.

Lo scopo principale del web marketing, di fatto, consiste nell’attirare visitatori che potenzialmente possono nutrire interesse nei confronti di un’offerta commerciale online di un’impresa. In un’era in cui il cliente è sempre più selettivo e consapevole di ciò che acquista, compito di un’impresa è quello di presentare sul mercato prodotti e servizi quanto più personalizzati possibile. E il ruolo di un’agenzia di web marketing consiste proprio nel permettere alle aziende di centrare appieno il suddetto obiettivo. Se ciò risulta possibile, però, lo si deve a un oculato lavoro di analisi realizzato in fase iniziale su quelli che sono i desideri effettivi e latenti dei clienti potenziali.

Cosa deve fare chi lavora nel campo del web marketing?

Compito di chi fa web marketing, pertanto, è quello di rendere più accessibili i prodotti e i servizi per i clienti potenzialmente interessati, ma anche quello di fare in modo che quest’ultimo porti a termine l’acquisto sul portale di e-commerce, diventando cliente effettivo. Ma non è tutto, visto che chi lavora nell’ambito del web marketing deve anche fare in modo che i clienti effettivi acquistino quanto più è possibile presso quel determinato store online o presso quello specifico portale di e-commerce. Non solo contribuire ad aumentare il parco clienti di una data realtà imprenditoriale con un’offerta commerciale personalizzata, ma anche fare in modo che i clienti stabili vengano fidelizzati.

Climatizzatori portatile: quale modelli acquistare nel 2020

Andiamo incontro al caldo afoso dell’estate e il dilemma è sempre lo stesso: condizionatori fissi o condizionatori portatili? Approfondiamo in questo articolo i vantaggi dei condizionatori portatili.

CONDIZIONATORI PORTATILI O FISSI?

Fino a una decina di anni fa la domanda non era neanche da porre, in quanto la risposta era scontata: si preferiva installare condizionatori tradizionali a muro in quanto più efficienti, contro i condizionatori portatili ritenuti a volte molto rumorosi e ingombranti.

I nuovi modelli ormai disponibili in commercio, sfatano questa idea malsana sui condizionatori portatili come l’Artic Air Cube https://www.air-cube.it in grado di:

  • Raffreddare stanze di ampia metratura;
  • Essere installati facilmente;
  • Essere spostati con facilità.

E molti sono i vantaggi riconosciuti ai condizionatori portatili:

  • Puoi spostarlo da una stanza all’altra con facilità;
  • Non devi sottoporre la stanza a interventi edili per l’installazione;
  • Puoi utilizzarlo anche nei periodi freddi utilizzando la funzione deumidificatore;
  • Puoi collocarlo in qualsiasi ambiente.

Cosa considerare per l’acquisto di un banco frigo?

Quando si è alla ricerca di un banco frigo, sono molte le scelte da compiere per avere un modello perfetto per la propria cucina. Vediamo alcune delle più importanti.

Acquistare un banco frigorifero per la cucina non è un’operazione semplice, poiché deve essere ponderata nel migliore dei modi. Una scelta sbagliata, può portare una serie di problemi sia nella fase di preparazione che nella fase del servizio vero e proprio.

1. Dimensioni del banco frigorifero

La prima cosa da verificare con attenzione, è l’esatto spazio che si ha a disposizione per l’installazione del banco frigo gastronomia. Acquistare un modello troppo grande, potrebbe creare dei problemi di movimento alle persone che si trovano all’interno della cucina. Al contrario, acquistare un modello troppo piccolo, potrebbe risultare una soluzione insufficiente ai reali bisogni dell’ambiente di lavoro.

Prima di confermare l’ordine di acquisto, è bene prendere un metro e verificare con attenzione se la misura è corretta e il frigorifero può essere inserito nella zona desiderata senza problemi. È bene assicurarsi, di lasciare sempre qualche centimetro di spazio sul retro e sui lati, così da permettere un ricircolo dell’aria attorno al frigorifero.

Berto’s, il lean thinking che aiuta a competere

iaggio all’interno delle aziende che il 29 novembre apriranno le loro porte in occasione di Open Factory, la più importante manifestazione di turismo culturale manifatturiero. Per scoprire la forza delle nostre imprese e i segreti della capacità di competere su scala globale

La loro è partita come una tipica storia del Nordest di dipendenti trasformatisi in imprenditori, ma la visione internazionale li ha portati a fare presto il salto di qualità e ad affermarsi a livello europeo. Si parla di Berto’s, realtà di Tribano che dal 1973 produce e commercia sistemi professionali di cottura, forte attualmente di un fatturato di 21,7 milioni di euro e 120 dipendenti. «Mio padre Giorgio, che prima ricopriva mansioni commerciali in una ditta analoga, decise di mettersi in proprio facendo leva sulle esperienze maturate nel settore – spiega Enrico Berto, attuale titolare e socio di maggioranza assieme al padre – abbiamo puntato subito al commercio estero, cercando l’innovazione e la qualità». E i risultati sono arrivati: l’azienda è cresciuta di anno in anno, cambiando ragione sociale nel 1983 ed espandendosi nei mercati stranieri.

TV – Gaiarine | Pianca Pianca

Pianca è una realtà industriale affermata nel settore dei sistemi e complementi d’arredo per la casa, per le zone giorno e notte. L’azienda fu fondata nell’immediato Dopoguerra da Enrico Pianca a Gaiarine, nella provincia di Treviso, proprio nel cuore di quello che sarebbe diventato il Distretto del Mobile. Progressivamente, dagli anni ’50 agli anni ’70, Enrico Pianca trasforma la propria attività da artigianale a industriale: dalla produzione di sole camere da letto giunge alla produzione di sistemi completi d’arredamento per la casa nelle soluzioni giorno e notte. Pertanto l’azienda, che nel 1965 conta già 160 addetti, dall’interesse territoriale giunge a uno sviluppo di respiro internazionale.

Dalla fine degli anni Ottanta, il figlio Aldo Pianca accelera il processo di industrializzazione, introducendo un modello di produzione flessibile e di servizio personalizzato. A tale fine raccoglie uno staff di manager e professionisti capaci di valorizzare i punti di forza dell’azienda. Un rapporto consolidato di fiducia con un team di architetti di fama internazionale e la collaborazione con scuole e giovani designer consentono all’azienda Pianca una costante sperimentazione di forme, materiali e finiture, supportata da una continua innovazione delle tecnologie.

Il Ricamificio

Il Ricamificio è un piccolo laboratorio nel centro di un grazioso paesino accoccolato tra le Dolomiti Friulane, pieno di stoffe, nastrini, bottoni e fili colorati,

ma all’occorrenza anche di attrezzi da falegnameria e attrezzatura di montagna. Qui caldi e soffici tessuti di mille colori si trasformano in nuovi oggetti intrisi di emozioni che potrete trovare nello spaccio aziendale annesso.

Orion, le valvole tecnologiche per l’industria petrolifera

A Trieste la storica azienda di valvole per il settore petrolifero rilanciata dalla famiglia brianzola Farina. Strategico il rafforzamento del reparto tecnico e del Flexible Manufactoring System. Il 95% del fatturato all’estero. La personalizzazione del prodotto come fattore strategico per competere sui mercati globali

DI ROBERTO TURETTA

Per molti operatori dell’industria petrolifera e petrolchimica la triestina Orion vuol dire valvole affidabili e moderne. Di proprietà della famiglia Farina dal 1996, la sua storia inizia negli anni ’50, nel difficile periodo della ricostruzione post bellica. Si parte dall’officina di manutenzione dei fratelli Dal Pozzo, che comincia a produrre valvole per la Raffineria Aquila e prende come modello la tecnologia americana. Nel 1958 la nuova realtà copre già l’intero ciclo delle valvole. A partire dagli anni Sessanta si registra un exploit, perché nel capitale aziendale entra Crane, gruppo americano tra i leader del settore che sfrutta il ciclo integrato: Orion cresce e dà lavoro a 400 persone. La crescita deve però fare i conti con la crisi petrolifera degli anni Settanta, la quale mette in ginocchio i mercati. E così Crane non vede più possibilità di business e abbandona il gruppo triestino, che deve far fronte a una pesante ristrutturazione e i dipendenti si riducono a una ventina. Nel 1985 viene acquisita dalla famiglia industriale udinese dei Bruseschi, ma la scomparsa del proprietario in quello stesso anno la fa precipitare nell’oblio. Occorre perciò l’intervento degli americani della Boney Forge (manifatture di metallo) per salvarla, i quali tentano di ricostituire un ciclo integrato di produzione fino alla valvola completa. Finché 19 anni fa viene acquisita dai Farina, industriali brianzoli con stabilimenti in tutta Italia e nel mondo che la rilanciano. Adesso Orion conta 150 dipendenti (all’interno di un gruppo di 600 complessivi) e fattura tra i 50 e i 60 milioni di euro l’anno.

Marisa e l’arte di “impirar”: le perline diventano gioiello

Un mestiere scomparso torna a vivere con Venetian Dreams grazie a Marisa Convento. Costruire collane, coralli e gioielli con le perline di autentico vetro di Murano infilandole in lunghi aghi risalenti al 1800. Una clientela internazionale che ama la qualità, la ricerca dei materiali e la personalizzazione

Quando un mestiere recupera una tradizione culturale. Si fa riferimento a Marisa Convento, che con la sua bottega Venetian Dreams di Calle della Mandola a Venezia ha tolto dalla polvere il lavoro di “impiraressa”. Quest’ultima era un’attività quasi esclusivamente femminile, fiorita tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, che consisteva nel costruire collane e altri gioielli con piccole e piccolissime perline di vetro di Murano. Queste perline, chiamate tecnicamente conterie, venivano quindi infilate l’una dietro all’altra per realizzare oggetti di vario tipo; da qui le definizione di impiraresse a chi lo eseguiva, dal dialetto “impirar” inteso come infilare (a propria volta derivata da “Piron”, veneto per forchetta). La sua diffusione è dovuta all’espansione coloniale di fine ‘800, per richiesta sul mercato di manufatti ottenuti con queste perline. Poi però, verso gli anni ’60, il numero di impiraresse comincia a scemare, complice la scarsa appetibilità di un’attività poco remunerativa e per nulla creativa. Almeno finché Convento ha deciso di dedicarsi a essa. «Venivo da un settore completamente diverso perché, dopo il diploma all’istituto tecnico per il turismo, lavoravo in un’agenzia di viaggi – spiega la neoimpiraressa – poi da sposata mi sono trasferita nella parte storica dalla natia Marghera. Qui ho cambiato impiego, facendomi assumere alla Luigi Bevilacqua. L’ambiente veneziano e la produzione di alta gamma mi ha portato a un’ulteriore scelta: lanciarmi nell’artigianato e trasformare in professione quella che era una passione». E dalla fine del 2006 è iniziata la nuova avventura.

Paoul: rigore e passione per le calzature da ballo di qualità

Un segmento di mercato della calzatura dove la qualità fa la differenza. È quello delle scarpe da ballo dove l’azienda padovana primeggia nel mondo. E le collezioni si allargano ora anche a modelli esclusivi per cerimonie e galà

Chi ama la danza è probabile che conosca Paoul, azienda padovana di calzature da ballo di qualità. Si tratta di una realtà frutto dell’inventiva e della passione di Paolo Pizzocaro il quale, dopo essersi formato in una scuola di modelleria e lavorato per un po’ di tempo come terzista, decide nel 1967 di mettersi in proprio. Il suo desiderio di progettare autonomamente le scarpe è incoraggiato dalla vicinanza alla Riviera del Brenta, principale distretto italiano delle calzature, e dalla voglia di incidere nel settore con qualcosa di personale. Il nome scelto per il marchio è Paoul, racconta la figlia Katia ora consigliera delegata, per una banale sostituzione di una lettera su un timbro. All’epoca, tuttavia, il mercato italiano presenta una scarsa offerta di scarpe da ballo e nel 1970 si lancia in questo ramo, affiancandolo alle commercializzazione delle altre calzature. Nel 1988 un incendio non doloso danneggia lo stabilimento e distrugge molti degli articoli presenti; Paoul perde clienti e decide d’ora in poi di dedicarsi solo alla linea per la danza. Il fuoco comunque non blocca la crescita della ditta, che diventa un importante player internazionale. Pizzocaro la dirige fino alla scomparsa avvenuta due anni fa. Da allora le figlie e la moglie ne portano avanti lo spirito e la mission originari, in una realtà che conta 27 dipendenti e fattura circa 2 milioni di euro all’anno. Nell’ottica di azienda come centro culturale, curano inoltre una collezione interna di tutta l’oggettistica e dei macchinari da lavoro.